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Newsletter n. 10 del 31 luglio 2019

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Sommario

No al mantenimento per il figlio che lavora da almeno due anni (Corte di Cassazione, ord. n. 19696 del 22 luglio 2019).

Con questa interessante pronuncia, la Cassazione ha chiarito come il trentenne che lavora stabilmente da almeno due anni non abbia diritto all’assegno di mantenimento da parte del genitore separato (o divorziato).
Nella fattispecie esaminata, i giudici hanno accolto il ricorso di un padre che era stato condannato dalla Corte d’Appello a versare l’assegno ai due figli trentenni, capovolgendo quanto statuito in precedenza dalla Corte di Appello di Napoli.

La Corte di Cassazione ha ricordato, innanzitutto, che l’obbligo del mantenimento dei genitori consiste nel dovere di assicurare ai figli, anche oltre il raggiungimento della maggiore età ed in proporzione alle proprie risorse economiche, la possibilità di completare il percorso formativo prescelto e di acquisire la capacità lavorativa necessaria a rendersi autosufficienti. La prova del raggiungimento di un sufficiente grado di capacità lavorativa è ricavabile anche in via presuntiva dalla formazione acquisita e dall’esistenza di un mercato del lavoro in cui essa sia spendibile. Tuttavia, la Corte suprema precisa, che la prova del contrario grava sul figlio maggiorenne il quale, pur avendo completato il proprio percorso formativo, non riesca ad ottenere, per fattori estranei alla sua responsabilità, una sufficiente remunerazione della propria capacità lavorativa.

Nel caso in esame, sottolinea infine la pronuncia, la Corte di appello non ha valutato la circostanza dell’acquisizione di una capacità lavorativa tale da assicurare al ragazzo una retribuzione stabile nell’arco di due anni. Né i giudici di merito hanno preso in considerazione ulteriori rilevanti circostanze come l’effettività o meno della convivenza del figlio con la madre, l’età ormai ampiamente superiore ai trent’anni dello stesso, il tenore di vita di cui dispone. Circostanze sulle quali si sarebbe dovuto attivare l’onere probatorio gravante sulla richiedente il contributo al mantenimento.
Si tratta di una conferma dell’orientamento giurisprudenziale, ormai risalente, volto a combattere il c.d. fenomeno dei ‘bamboccioni’.

Mihalache c. Romania: nuovo orientamento della Grande Camera della Corte EDU in tema di ne bis in idem.

In data 8 luglio 2019, la Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo è tornata a pronunciarsi sul principio del ne bis in idem di cui all’art. 4 del Protocollo n. 7 alla Convenzione.

La vicenda alle origini della proposizione del ricorso è la seguente: il sig. Mihalache, cittadino rumeno, nel maggio del 2008 veniva fermato  mentre era alla guida della sua automobile dalle forze dell’ordine, che lo sottoponevano al test dell’etilometro nel contesto di un’ordinaria operazione di controllo. A fronte dell’esito positivo dell’esame, l’uomo veniva sollecitato dagli agenti a seguirli in ospedale, perché potesse essere verificato con maggiore precisione il suo tasso alcolemico tramite analisi del sangue; al rifiuto dell’uomo faceva seguito l’apertura di un procedimento penale a suo carico, conclusosi con un’archiviazione per particolare tenuità del fatto e con l’irrogazione nei suoi confronti di una sanzione amministrativa pecuniaria di scarso valore.

L’anno seguente, un altro ufficio della pubblica accusa decideva d’ufficio di riaprire il procedimento, ritenendo di infliggere una pena più incisiva in ragione dell’intensità dell’allarme sociale destato dal fenomeno della guida in stato d’ebbrezza. All’esito del processo, nel novembre del 2009, il sig. Mihalache era condannato, con pena sospesa, ad un anno di reclusione. Il rigetto del suo ricorso in appello comportava la formazione del giudicato su tale decisione.

Investita della questione, la Corte europea ha condannato lo Stato convenuto per aver violato il principio del ne bis in idem, avendo tratto in giudizio il ricorrente due volte, nell’ambito di due distinti processi aventi entrambi natura sostanzialmente penale, per la medesima violazione di legge. La sentenza si segnala, in particolare, per l’interpretazione convenzionalmente orientata che questa fornisce della nozione di “final decision”. Svincolandosi dalla definizioni di diritto interno, la Corte ha infatti qualificato come tale la pronuncia con la quale la procura rumena aveva inizialmente decretato la chiusura del primo procedimento penale: non ravvisando la sussistenza di un collegamento temporale o materiale particolarmente stretto tra il primo e il secondo iter giudiziario, la Corte non ha inteso accogliere l’eccezione del Governo, ad avviso del quale i due processi andavano considerati come segmenti di un unico giudizio. 

Corso di specializzazione “Migrazioni, integrazione e democrazia. Profili giuridici, sociali e culturali” – 2019.

Sono aperte le iscrizioni alla III edizione del Corso di specializzazione “Migrazioni, integrazione e democrazia. Profili giuridici, sociali e culturali”. Il corso si articolerà in una serie di sei incontri a tematica multidisciplinare per una durata complessiva di 21 ore. Le lezioni si svolgeranno dalle 14:00 alle 17:30 presso il CNEL, viale David Lubin 2, Roma, nei seguenti venerdì del corrente anno: 4 ottobre, 11 ottobre, 18 ottobre, 25 ottobre, 31 ottobre (giovedì), 8 novembre 2019.  
Da tre anni, ormai, il corso si propone di dare una risposta alle maggiori questioni aperte in materia di migrazioni. Gli eventi dell’ultimo anno testimoniano una radicale modifica delle politiche di gestione delle migrazioni verso l’Europa e con esse dei connotati del fenomeno migratorio stesso, imponendo oggi nuove riflessioni. 

Se negli anni scorsi abbiamo cercato di rappresentare la complessità di un fenomeno, quello appunto migratorio, la cui cifra era costituita da un massiccio arrivo di migranti in Europa attraverso il Mar Mediterraneo, con il Corso del 2019 sorgono nuovi interrogativi. I dati dell’ultimo anno e mezzo depongono inequivocabilmente nel senso di una drastica riduzione degli ingressi, e tuttavia in Italia, ma anche nel resto d’Europa, la migrazione continua ad essere percepita alla stregua di un’emergenza e di un problema di sicurezza. Alcuni recenti interventi legislativi hanno poi pesantemente influito sui diritti dei migranti, con l’eliminazione dell’istituto della protezione umanitaria, la radicale modifica dei sistemi di accoglienza, la criminalizzazione di chi opera salvataggi in mare e, più in generale, con una progressiva riduzione delle tutele. Cosa si trova dunque alla radice dell’atteggiamento ostile nei confronti dei migranti? In che modo determinate politiche influenzano questa visione del mondo, spesso poco corrispondente a quanto ci racconta un’analisi per dati della realtà? Verso quale direzione intende andare l’Europa, quali soluzioni si propone di dare anche in modo di arginare le pulsioni contro i migranti? Quali sono i programmi di integrazione socio-culturale che si intende adottare?

All’indomani delle ultime elezioni europee, da molti definite come le più importanti della storia dell’Unione e sul cui esito ha influito in larga misura proprio il dibattito su questo tema, il corso si prefigge non soltanto l’obiettivo di fornire una fotografia, il più possibile multidisciplinare ed esaustiva, del fenomeno migratorio in Italia e in Europa. Obiettivo primario è anzitutto individuare i legami esistenti tra le migrazioni, i suoi protagonisti e il nostro continente, oltre che analizzare le ragioni dell’adozione da parte dei governi europei (ma non solo) di strategie di comunicazione ostili e di politiche che hanno complessivamente affievolito i diritti dei migranti e dei richiedenti asilo. 
È per rispondere a questi ed altri interrogativi simili che l’Unione forense per la tutela dei diritti umani ha deciso di organizzare la III edizione del corso di specializzazione “Migrazioni, integrazione e democrazia. Profili giuridici, sociali e culturali”: una formazione specialistica che mira a fornire un quadro interdisciplinare della materia, attraverso l’analisi non solamente dell’aspetto prettamente giuridico o economico del fenomeno, ma altresì di quello demografico, nonché giornalistico, sociologico, medico e psicologico, cercando di giungere a una visione olistica della materia. Un taglio multidisciplinare di cui si è sentito chiaramente il bisogno, in risposta ai nuovi paradigmi della migrazione e che da quest’anno sarà altresì corroborato da una serie di interventi, interviste e dibattiti con chi opera sul campo, al fine di favorire la partecipazione attiva dei fruitori del corso. 

Il corso non è destinato unicamente ad operatori del diritto o a rappresentanti delle ONG specializzate nel settore dei diritti umani ma altresì a funzionari della pubblica amministrazione, mediatori culturali, medici, giornalisti, assistenti sociali nonché in generale a tutti coloro i quali intendano conseguire una specializzazione in materia. 
Ai partecipanti sarà offerto il “Dossier Statistico Immigrazione 2018”, realizzato da Idos in partenariato con Confronti, con il sostegno dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese e la collaborazione dell’Unar. 
Il corso ha ricevuto il patrocinio dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e del Consiglio Nazionale Forense (CNF). È stato richiesto altresì il patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR). 

Il corso è in attesa di accreditamento da parte del CNF per la formazione professionale
Per la frequenza al corso è dovuto un contributo a titolo di rimborso delle spese organizzative pari a € 366 (IVA compresa). Le iscrizioni dovranno pervenire alla segreteria dell’Unione forense per la tutela dei diritti umani (Sig.ra Gioia Silvagni), tel. 06-8412940, email: info@unionedirittiumani.it, tramite apposito modulo di adesione, da compilare e inviare unitamente alla copia del bonifico bancario (IBAN: IT12X0306909606100000060078). 
Al fine di agevolare chi non potesse recarsi a Roma e voglia seguire il nostro Corso, anche quest’anno è stata predisposta la possibilità di seguirci in modalità telematica tramite una apposita piattaforma online. I discenti che scelgano la modalità telematica potranno dunque collegarsi all’orario del corso e seguire comodamente da casa o dal proprio ufficio la lezione in diretta, ciascuno attraverso le proprie credenziali e il proprio account. 
Trovate il programma del corso e la scheda di sintesi sul sito dell’Unione forense per la tutela dei diritti umani.

Chiusura estiva dello Studio: buone vacanze.

Nel ricordarvi che lo Studio resterà chiuso dal 10 al 25 agosto per la pausa estiva, è con piacere che tutti i membri dello Studio Vi augurano buone vacanze, con l’auspicio che possiate trascorrere giorni sereni per ripartire insieme a settembre con rinnovato vigore.

Buone vacanze a tutti!